- mercoledì, 27 aprile 2011 , 20:58 -
Oggi camminavo verso una strada ben conosciuta per tornare sulla via civilizzata, nel farlo non ho riflettuto sul perché lo stessi facendo, forse per la prima volta non avevo uno scopo imprecisato ma al contempo non posso dire di non averlo. Non mi conosco nelle profondità nascoste del mio «io» ed entiteticamente lo conosco. Non stavo facendo qualcosa d’immondo ma qualcosa che comunemente sarebbe stato definito «giusto».
Sono il prodotto informe e perfetto di una società in disfacimento.
Non conosco il mio volto, conosco solo quello che gli altri si aspettano che sia.
Non mi osservo con occhi soggettivi ma con occhi obbiettivi.
Mi amo detestandomi.
Che aborto di mondo.
Mi fa male la gola.
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