Domani ci sarà l’ultimo compito di filosofia, ieri ho fatto una grandiosa figuraccia con diritto perché per la prima volta nella mia vita ho tentato di farmi suggerire qualcosa. Premettendo che non sto più dormendo proprio per studiare, è bene sottolineare come alcune frivolezze scivolino via dalla mia testa, se dormissi però il quantitativo del 95% dell’apprendimento nella frazione di 24 ore sarebbe impossibile per me in quanto sono un essere umano, non una macchina. Ho dimenticato di studiare mezza pagina ed ovviamente la mia fortuna reclama vendetta in questi momenti di così sofisticato sconforto, pertanto una domanda conteneva anche un elenco delle sedi da me snobbate non per cattiveria ma per distrazione dovuta all’insonnia, ego ho tentato di farmi suggerire delle parole –era un elenco, maledizione, un elenco stupidissimo! Se solo mi avesse dato un imput io avrei capito la domanda anche solo per cultura generale- ma non solo la mia vicina non è riuscita a suggerirmele tutte, ha addirittura sbagliato una sede tra civile e penale. Ho voglia di escrementarmi soprattutto per colpa della mia dislessia, sono sicurissima di aver scritto Assisi al posto di Assise, quindi apparirà come qualcosa di tremendamente arrancato, un suggerimento errato alla radice e sbagliato a causa della dislessia, divertente. Non so proprio come spiegherò questa terribile figuraccia martedì –oh, lei è velocissima a correggere i compiti, chissà le risate che si starà già facendo…- e neppure vorrei essere in me in quel fatidico momento. Sparire, scomparire, mimetizzarmi con la sedia, con il muro, con il pavimento, non voglio vedere la delusione infinita, eppure dovrebbe capire che sono allo stremo delle energie, potrebbe anche passarci sopra visto che la mia media nella sua materia è la più alta della classe. Maledizione!
Domani a filosofia dovrò fare un compito su Freud, Yung, Heidegger e Marcuse ma sinceramente non penso di poterci riuscire, sono demotivata a causa di quel che è accaduto ieri purtroppo ma allo stesso tempo mi sono ripresa nel pomeriggio in quanto sono riuscita a vendere il mio corpetto nero su eBay, il problema è il declino successivo, ma non fa niente, ho tentato di tenere duro e ce l’ho fatta. Ora voglio solo convincermi che posso farcela. Quando mi butto giù non può esserci nessuno a ripescarmi dall’abisso se non me stessa, non si può contare su nessuno che non sia il proprio io, è vero, per questo la convinzione interiore deve permeare l’interiore stesso facendo fuoriuscire il dubbio per permettere la sua dispersione nell’aria.
Posso farcela. Posso farcela. Posso fare tutto ciò che desidero. Pian piano, lentamente. Io posso farcela. La mia meta è vicina e non posso gettare la spugna proprio adesso. Posso farcela. Ce la farò.
58.8 (maledetta colazione).