- venerdì, 06 maggio 2011 , 11:09 -
Sconforto totale. Ogni volta che rimango a casa e dovrei andare a scola si apre su di me come un varco per il grande baratro che ho nella testa, sembra una finestra sul mondo ed io non posso fare a meno di ripercorrere ogni mio proposito per mettervi ordine. Detesto la matematica perché sono incline verso le materie umanistiche ma nonostante tutto non posso fare a meno di numerare gli stessi per dargli un posto esatto e preciso. Li giudico, gli do un voto, vi rifletto sopra, eppure nulla ha più senso oltre il cinguettare degli uccelli al di là della finestra. Mi sento inutile, vuota, smarrita. Il sole filtra attraverso le tende e nulla ha più senso. Provo l’incredibile voglia di fuggire dalla prigione che io stessa ho creato per dedicarmi ad altro, eppure non posso mollare, non voglio farlo. Sono quasi giunta alla fine di un traguardo e so che mancano pochi giorni, i numeri si esauriscono ed io mi esaurisco con loro. Ho paura del tempo che scorre, ho paura di essere giudicata da terzi perché all’infuori di me tutti ammirano la perfetta placcatura che ho costruito negli anni ed io mi sento offesa per lei in quanto creatrice della medesima, eppure sotto di essa vi sono le mie capacità. Imbrogliando mi sento ferita, non sono soddisfatta, detesto copiare, non lo faccio quasi mai e quando accade quello non è un mio merito ma solo un’utile espediente. Voglio vivere eppure non ci riesco. Voglio essere me stessa ma devo attendere. Ora devo studiare per essere qualcuno un domani e voglio farlo con tutta me stessa. Scrivere queste parole non fa altro che caricarmi di nuovi propositi per la giornata. Posso farcela e domani, come tutti i giorni, potrò fare di più, sempre di più. Non voglio perdere tempo, devo agire. Tutto è niente, niente è tutto. Voglio incontrare il mio traguardo.
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