- domenica, 08 maggio 2011 , 11:02 -
Buongiorno,
probabilmente questo messaggio ti stupirà ma non ho più intensione di ignorarti perché malgrado io abbia desiderato rinnegare questa parte della mia vita ho tutto il diritto nei confronti di me stessa di accettarla e per farlo devo cominciare a riallacciarvi un contatto. Questa è una cosa molto importante ma ci tengo subito a precisare che nessuno sino ad oggi mi aveva obbligato o quantomeno indotto a tenere un determinato comportamento nei tuoi riguardi, anzi, mia madre più e più volte mi spingeva ad incontrarti o a parlarti, soprattutto nell’età infantile , eppure io non volevo sentire ragioni. Quanto sto facendo lo considero un percorso, serve ad accettare non tanto la tua esistenza quanto la mia perché rinnegando il fatto che tu sia mio padre mi ha portato ad avere numerosi problemi relazionali nel corso della mia esistenza, sappilo, soprattutto con me stessa. È la prima volta che pensando a te non tremo e lascio che le parole scorrano libere attraverso un filtro che mi ero auto-imposta nel corso degli anni come meccanismo di difesa. Devo dirti che penso tu sia stato un gran bastardo e non nei confronti di mia madre, perché mi riguarda marginalmente, ma nei miei. Ricordo ben poco delle uscite nei week end assieme a te, con il passare del tempo mi sono venute alla mente delle cose e il tutto sembra abbastanza ridicolo. Ci tenevo a dirti che sono cresciuta, sono una persona molto in gamba, ho dei voti molto alti a scuola e degli amici che mi voglio bene e mi sono vicini. Frequento il liceo artistico sperimentale nell’indirizzo di beni culturali ma amo la scrittura e la lettura più di ogni altra cosa, purtroppo me ne sono resa conto troppo tardi per prendere l’indirizzo di un liceo classico ma a causa delle mie brutte esperienze passate ho nutrito un amore incondizionato nei confronti della psiche umana, il che mi condurrà a proseguire i miei studi nella facoltà di psicologia malgrado i sacrifici che dovrò compiere per raggiungerla tutti i giorni. Voglio aiutare qualcuno nella mia stessa condizione, voglio veder nascere il sorriso sui volti di chi non riesce a mantenerlo e fare qualcosa di buono per la società. Io non sono come te, questa è una cosa fondamentale. Si, sono tua figlia ma non sono come te. Non sono neppure come mia madre ma una persona diversa, nuova e con tante cose da dare al mondo. Posso farcela e voglio farcela, proprio per questo devo smetterla di fingere che tu non esista. Hai sbagliato nei miei confronti e non per la mancata presenza ma nel modo in cui hai imposto la stessa nei giorni che hai trascorso. Uscivi con me per ripicca ed io da piccola sebbene non riuscissi ad esprimerlo lo capivo bene, probabilmente con una nuova vita davanti ti scocciava uscire con me ogni sabato, per questo rimanevamo sempre attorno al solito palazzo in cui abitavo, senza far nulla. Mi hai portata in una casa di cura quando ancora ero piccola e a causa di quel trauma io non ho potuto salutare la mia bisnonna negli ultimi giorni di vita, non riuscivo a vederla sdraiata su quel letto, non riuscivo ad avvicinarmi alla porta dello stabile, lo guardavo disgustata e mi veniva da piangere, mi chiudevo in un silenzio esagerato e ripensavo ad un cagnolino marrone in un giardino e ad un giornalaio di Villa Irma. Mi hai fatto del male e questo è il motivo che mi ha condotto ad allontanarmi da te. Ho avuto paura delle macchine per molto tempo, ricordo come acceleravi perché arrabbiato dalla richiesta innocua di mia madre, infondo ti aveva solo suggerito di portarmi a mangiare una pizza eppure te la sei presa con lei e con tutti i miei parenti. Anche tu come me fuggi da te stesso, lo facevi allora e lo fai anche adesso. Quante volte mi hai detto che sono cattiva? Te lo ricordi almeno? Io si. Non sono cattiva. Non lo sono mai stata, non ho mai dato problemi a nessuno, non ho mai fatto male a nessuno, sono solo stata capace nell’arco della mia vita di soffrire in silenzio per tutto quello che succedeva al prossimo, pensa. Rifletti su queste parole. Comprendi i tuoi errori perché per lungo tempo hai rovinato un’esistenza: la mia. Non so se ti sei sposato nuovamente, se hai un figlio o una figlia, ma se è così non sbagliare di nuovo, non negarti la verità perché un bel giorno potresti sentire la tua testa suggerire delle verità che rifiuti. Vanno accettate, tutto quel che è stato va accettato ed io adesso sono qui per dirti che accetto la tua esistenza, se mio padre anche se non mi hai mai dimostrato il tuo affetto –perché sappi che un assegno mensile non paga nulla se non delle spese necessarie alla vita-. Io non ti ho mai chiesto nulla, non sono mai venuta da te a chiederti di comprarmi dei vestiti nuovi perché sono dimagrita o a raccontarti che mi sono fidanzata o lasciata con un ragazzo. Non sai nulla di me ma d’improvviso vorresti sapere qualcosa. Non mi domando il motivo, io vorrei solo che accettassi gli errori commessi. Non la verità come l’hai vista ma i dati di fatto, ciò che è stato realmente. Non ti chiedo di ammettere tutti gli sbagli a me che sono tua figlia ma almeno a te stesso. Oggi è il giorno della festa della mamma, lo sai che è l’unica che abbia festeggiato? Non conosco nemmeno il giorno della festa del papà e sebbene me lo ricordino in molti io l’ho sempre dimenticato, lo rifiutavo così come rifiutavo la tua esistenza. Avevo paura di assomigliarti, avevo paura di essere come te. Ma non sono come te e per dirlo non devo negare la tua esistenza. Ora sai a grandi linee il mio punto di vista. Sto studiando tanto quest’anno per via della maturità –e se te lo stai chiedendo non mi hanno mai bocciata ma per problemi di salute ho dovuto perdere un anno scolastico, per questo la faccio a 19 anni e non a 18- ma quando avrò tempo riuscirò a chiederti di vederci per dirti tutto guardandoti negli occhi.
Ora ti saluto, a presto, Jessica.
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